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Il carcere è un microcosmo che presenta, dal punto di vista di chi si occupa di salute, molti aspetti peculiari di non facile approccio e soluzione.
La relativamente recente disposizione che assegna la salute nei carceri italiani, sia fisica che mentale, alle dipendenze del Ministero della Salute e non più a quello della Giustizia, ha rivoluzionato l’approccio ai vari problemi sanitari dei detenuti, sia nelle case circondariali che negli istituti di pena. La fortissima presenza di detenuti con problemi di dipendenze patologiche, collaterali o centrali rispetto ai crimini commessi, pone il corretto uso di farmaci, alcuni con potenzialità d’abuso non indifferenti, al centro di un più vasto sguardo sulla salute in carcere, partendo dall’antico precetto ippocratico primum non nocere.
Alcuni aspetti diagnostici, come i disturbi del neurosviluppo, sono ingiustamente misconosciuti o trascurati in favore di più generici “disturbi di personalità” che, a differenza dei primi, non hanno riconosciute terapie specifiche.
Il razionale di questo convegno nazionale, di libero accesso ed indirizzato a tutte le figure professionali sanitarie e non sponsorizzato da case farmaceutiche, è focalizzare sui farmaci da porre a maggior attenzione o da evitare nelle carceri, magari puntando su farmaci più sicuri per la salute dei detenuti, piuttosto che rispondere a logiche di contenimento o di maggior controllo.
Carcere e DUS. I Dati
Quali farmaci hanno potenzialità di misuso e perché
Inquadramento psichiatrico in carcere; gli elementi da considerare
Farmacoterapia in carcere: istruzioni per l’uso
Le benzodiazepine. Rischi e raccomandazioni
ADHD e carcere. Abbiamo dei dati italiani?
Alcol in carcere
Terapie agoniste oppioidi in carcere
Carcere e suicidio
Differenze e bisogni di genere in regime di detenzione
Tavola rotonda. È possibile migliorare la qualità della vita in carcere?