Alle domande sull’ansia risponde il dottor Fabio Lugoboni, responsabile del Servizio di Medicina delle Dipendenze dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona.
Qual è la definizione di ansia?
L’ansia è una condizione fisiologica che ci permette di affrontare le situazioni rischiose o importanti con maggior coinvolgimento. L’ansia cronica può però diventare una patologia e disorganizzare i processi cognitivi. Tale situazione viene vissuta da molti studenti prima degli esami, quando la tensione dà la sensazione di non ricordare più nulla.
Quindi potrebbe essere vissuta positivamente dal soggetto?
Pur essendo utile, l’ansia è una emozione fastidiosa, spesso insopportabile se cronica.
Ansia e angoscia sono sinonimi?
Pur avendo la stessa radice (derivano dall’antico indoeuropeo angh, ossia laccio) le due parole indicano una diversa intensità del fenomeno, più grave e patologico per l’angoscia.
Quando l’ansia ci è utile?
L’ansia è necessaria per vivere, per affrontare i pericoli e le diverse situazioni vitali. Una specie di turbo della nostra macchina corporea.
Ma gli stati ansiosi, se non correttamente modulati portano ad usurare gli organi corporei, il sistema cardio- circolatorio in particolare.
Quindi l’ansia può diventare malattia?
L’ansia come malattia è un fenomeno tipicamente umano. Possiamo notare un comportamento ansioso nel cane se lo minacciamo, ma l’uomo è in grado di andare in ansia per fatti assolutamente ipotetici e in modo erroneamente anticipatorio, anche in mancanza di eventi minacciosi imminenti. In altre parole,
diventa malattia quando la nostra capacità di lettura di uno stimolo diventa scorretta o abnorme, creando disagio anche alle persone che stanno vicino al soggetto ansioso.
Quali sono i sintomi più comuni dell’ansia?
Tensione muscolare, iperattività neurovegetativa (battito, respiro, organi di senso) e senso d’allarme. In altre parole, è come se ci si apprestasse a combattere
senza però che ce ne sia un motivo.
Quali sono i sintomi psicologici dell’ansia?
L’ansioso mostra paura esagerata per situazioni spesso banali o note, tendenza a rimuginare su quanto è accaduto, quindi a pensare e ripensare senza tregua.
Tale iperattività tende poi a disturbare un corretto addormentamento, innescando una reazione a catena.
Quali sono i sintomi somatici dell’ansia?
Il cervello è un organo come altri, quindi i sintomi fisici possono essere molti e variegati. La tensione motoria (lo diciamo, a volte, anche agli amici: “Ti vedo teso”) si manifesta con tremori, tensione dolorosa (spesso alla colonna e a livello temporo-mandibolare), senso di affaticamento, grande difficoltà a rilassarsi,
presenza di fascicolazioni muscolari, tipiche quelle al viso; irrequietezza, per cui si deve continuamente muovere qualcosa o muoversi nervosamente. I sintomi tipici della iperattività vegetativa sono: la sensazione di soffocamento o mozzafiato, le palpitazioni cardiache e la sudorazione, a carico soprattutto
delle mani anche in assenza di eccessivo calore ambientale. La bocca può essere secca, a carico dell’intestino possono comparire sintomi come la stitichezza o la diarrea immotivate, oppure esserci nausea. Il paziente può sentire il cosiddetto “nodo alla gola” (il laccio da cui deriva il termine ansia) e inoltre avere una grande frequenza della minzione o la presenza di vampate di calore al viso.
Se ci pensiamo, molti hanno vissuto alcuni di questi sintomi in momenti emotivamente delicati della nostra vita. L’insensibilità a questi aspetti emotivi prefigura, anzi, un altro tipo di patologie. Ma ciò che identifica l’ansia patologica è la sua persistenza fuori contesto.
È diffusa la patologia ansiosa?
Le patologie da stress (altro modo comune di definire l’ansia cronica) sono cresciute in modo significativo, sia a causa di una maggiore diffusione aggressiva dell’informazione, sia per i ritmi sempre più incalzanti di vita, fin dalla più giovane età. I dati possono variare molto da paese a paese e negli anni.
Esistono contemporaneamente sintomi ansiosi e sintomi depressivi?
I sintomi ansiosi possono essere un fattore di rischio di depressione. Le persone con disturbi d’ansia, soprattutto se di intensità grave e prolungata, possono sviluppare sintomatologia depressiva. Molto spesso ansia e depressione possono presentarsi in contemporanea. In questi casi si parla di sindrome mista
ansioso-depressiva.
Quali sono le cause dell’ansia?
Dopo la visione conflittuale tra essere e dover essere data dalla psicanalisi o da letture più sociologiche e ambientali, che non risolvevano però il motivo per cui a parità di eventi stressanti alcune persone ne soffrivano e altre no, un contributo importante è arrivato dalle neuroscienze.
Sono stati così identificate specifiche aree cerebrali atte a regolare l’ansia come apprendimento (ciò che comporta pericolo e fino a che punto si può rischiare) il cui mal funzionamento, anche in base a eventi traumatici, è alla base di un comportamento eccessivame
È possibile che l’ansia abbia origine genetica?
La componente genetica in gran parte delle malattie psichiatriche è un’evidenza storica, anche se di recente si dà sempre più importanza all’epigenetica che è il modo in cui l’ambiente attiva o meno la genetica ereditata.
Qual è il rapporto tra ansia e ambiente?
Il legame tra ansia e ambiente è provato e facilmente riproducibile in modo sperimentale e fa parte di ogni addestramento per chi deve sostenere compiti rischiosi. Basterebbe poi dire “stress” e la cosa sarebbe facilmente intuibile per tutti.